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Fai la liposuzione alla Barbie: l’app che ha suscitato polemiche

images (71)C’è chi la ama e chi la odia. Chi crede e investe nelle sue potenzialità, ma c’è anche chi non la vede di buon occhio e resiste al suo fascino. Fatto sta, che la tecnologia ha da sempre visto pareri contrapposti.

Forse, come in tutte le cose, l’equilibrio sta nel mezzo e la tecnologia non deve essere premiata o condannata in sè, ma in base al suo utilizzo e all’educazione al suo uso.

Prendiamo, per esempio, questa notizia tratta da http://www.ansa.it: “Plastic Surgery Doctor & Plastic Doctor & Plastic Hospital Office for Barbie” è un’app per i bambini dai 9 anni in su. L’obiettivo del gioco? Modificare l’aspetto fisico della Barbie in sovrappeso, attraverso la liposuzione. A incentivare il gioco frasi del tipo “Questa ragazza sfortunata è  così in sovrappeso che nessuna dieta può aiutarla. Nella nostra clinica può essere sottoposta alla liposuzione per renderla bella e magra. Dobbiamo fare dei tagli sulle aree con più problemi, la vuoi operare tu?”.

Dopo numerose proteste, l’applicazione è stata rimossa.

Vicino ai nostri lettori, novità per il nostro sito di consulenze online

images (52)Carissimi amici,

è da molto tempo che lo staff di “Separazione e divorzio: dalla parte dei bambini” sta cercando di migliorarsi per offrire servizi sempre più efficaci ed efficienti. Chi ci conosce sa che il nostro obiettivo principale è quello di sostenere i bambini e le loro famiglie di fronte alle situazioni di complessità familiare.

In questo periodo di crisi che stiamo vivendo, però, ci rendiamo conto che non è sempre facile accedere a questi servizi. Proprio per questo, la prima delle nostre molte novità è quella di andare incontro ai nostri affezionati lettori. Dato l’elevato numero di richieste, abbiamo deciso di ridurre notevolmente la quota richiesta per il servizio di consulenze online; abbiamo deciso di abbassare i costi da 50 a 35 euro.

In questo modo speriamo di poter offrire un servizio accessibile ai più, mantenendo la nostra massima serietà, qualità e competenza.

Dott.ssa Annabell Sarpato

Dott.ssa Alessandra Cornale

Bimbi e tecnologia: quali rischi?

images (38)In un precedente articolo abbiamo parlato della possibilità di utilizzare smartphone e tablet per apprendere e imparare: discutendo sui vari punti di forza e limiti non sono emersi, però, i rischi che si incorrono nell’uso frequente di questi strumenti.

Come rilevato da un interessante articolo da http://www.corriere.it che potete trovare cliccando qui, le ricerche dimostrano che gli schermi di questi strumenti non emanano radiazioni o campi elettromagnetici, però occorre stare attenti agli effetti che essi possono avere sugli occhi e sulla vista. Con un uso smodato e scorretto è possibile, infatti, vedere i propri bimbi manifestare atteggiamenti ticcoidi, caratterizzati dal bisogno di contrarre le palpebre in maniera automatica e compulsiva.

L’uso di uno schermo ravvicinato, invece, come quello che può essere un computer o un iPad implica uno sforzo costante di messa a fuoco, la cui conseguenza più comune è la stanchezza visiva, detta astenopia, che può causare pseudomiopia, cioè la difficoltà a leggere da lontano in assenza di difetti veri e propri.

Da non trascurare, infine, due conseguenze importanti dell’uso prolungato e scorretto di questi strumenti: la sedentarietà e l’introversione.

Smartphone e tablet sono una realtà sempre più presente nelle nostre vite e sarebbe impossibile, oltre che controproducente, evitare il loro utilizzo ai bambini. Ciò che crediamo sia importante è l’educazione al loro utilizzo, per fare in modo che la tecnologia diventi uno strumento nelle nostre mani, e non viceversa.

Smartphone per apprendere ed imparare: favorevoli o contrari?

ImmagineI bambini di oggi vivono in un ambiente molto diverso di quelli nati 15 anni fa (e forse anche meno): computer, cellulari, smartphone, tablet e chi più ne ha, più ne metta. Un mondo super tecnologico, che ha permesso di coniare il termine di Nativi Digitali per indicare le nuove generazioni.

Girando per la rete si possono trovare molte applicazioni e programmi che aiutano i bambini, anche molto piccoli, ad imparare e ad apprendere. Una ricerca svolta negli Usa ha dimostrato come studiare con gli smartphone velocizzi la capacità conoscitiva. Sicuramente il lato ludico e interattivo permette di imparare in maniera divertente e spensierata.

E voi, cosa ne pensate?

Troppa televisione, bambini aggressivi?

Troppa televisione. E i bambini diventano sempre più aggressivi. Non è una novità e, a confermarlo, arrivano in supporto diversi studi, secondo i quali è sempre più forte il legame tra televisione e atteggiamenti aggressivi e antisociali. Al punto che, per ogni ora in più di tv alla sera nella fascia d’età infantile e adolescenziale, aumenta del 30% il rischio di avere guai con la giustizia nella prima età adulta. L’Associazione italiana genitori (Age) lancia l’allarme: «Sul rapporto media e minori è ora di cambiare rotta, perché il nostro Paese ha smarrito una vera cultura dell’infanzia».

Gli studi che avvalorano l’esistenza di un nesso tra violenza, indole aggressiva e televisione si rifanno alla ricerca di un esperto del settore, Paul Boxer della Rutgers University di Newark in New Jersey, pubblicata sul Journal of Youth and Adolescence, che ha mostrato come il tipo di programmi televisivi visti da piccoli influenzi i comportamenti dell’età adolescenziale. Lo studio neozelandese, di Bob Hancox dell’Università di Otago, ha coinvolto circa mille tra bambini e adolescenti tra i 5 e i 15 anni e ha portato alla luce un legame tra quantità di televisione vista la sera durante la settimana e atteggiamenti aggressivi.

Un’altra ricerca è di carattere neozelandese, pubblicata sulla rivista Pediatrics. Il lavoro, curato da Dimitri Christakis, docente di pediatria alla University of Washington, ha coinvolto 565 genitori di bimbi tra i 3 e i 5 anni che sono stati divisi in due gruppi. Mentre nel gruppo di controllo i figli avevano carta bianca su cosa vedere in tv e i genitori dovevano solo tenere un diario dei programmi scelti dai bambini, nel gruppo sperimentale i pediatri hanno chiesto ai genitori di selezionare programmi adatti ai piccoli, didattici e con sfondo pro-sociale. Due controlli a 6 e 12 mesi hanno dimostrato che i bimbi del secondo gruppo si rivelavano meno aggressivi, relazionandosi con l’esterno, rispetto ai coetanei ‘padroni’ del telecomando.

In questo contesto sempre più preoccupante si inserisce l’appello dell’Age. Il presidente Davide Guarneri spiega: «Le istituzioni a tutela dei minori in Italia esistono, ma negli anni si sono sempre più affievolite, come nel caso eclatante, di cui quasi nessuno più parla, del Comitato Media e Minori, istituito per legge ma non più ricostituito da un anno e due mesi. Possibile che questo organismo muoia così, perché il Ministero dello Sviluppo economico, competente in materia, non provvede alla nomina?». Questo è solo uno dei tanti punti toccati.

Fonte: http://www.famigliacristiana.it/famiglia/news/articolo/troppa-televisione-bambini-aggressivi.aspx

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Incontro gratuito "Nativi digitali: riflessioni sulle nuove dipendenze in età evolutiva"

Vogliamo porre in evidenza l’interessante incontro organizzato dall’Associazione Pollicino e Centro Crisi Genitori Onlus, dal titolo “Nativi digitali: riflessioni sulle nuove dipendenze in età evolutiva“, che si terrà sabato 2 marzo dalle ore 9.00 alle ore 11.30 in via Pascaldo, n° 1, a Milano.

L’ingresso è gratuito, ma è gradita la prenotazione.

Per avere maggiori informazioni rimandiamo al sito ufficiale.






Addio libri tradizionali: arriva la BiblioTech

Arriva a San Antonio, nella contea di Baxar, la prima BiblioTech, uno spazio pubblico interamente dedicato alla lettura di ultima generazione, con 100.000 titoli e 100 e-reader. Addio, dunque, al caro libro tradizionale, con le pagine profumate, magari un po’ ingiallite, e gli scaffali della biblioteca stracolmi di opere, spesso impolverate. L’unica carta presente nella BiblioTech sarà quella della stampante.

E, voi, cosa ne pensate? Queste biblioteche soppianteranno davvero quelle tradizionali? I libri saranno davvero destinati a scomparire?

Per leggere l’articolo completo cliccare qui.

Legalità nella vita e legalità nel web: quale associazione?

Si è svolta a Torino una delle tappe di Navigare Sicuri, il tour di Telecom Italia dedicato ai nativi digitali. Il generale Umberto Rapetto, ex comandante del Nucleo Speciale Frodi Informatiche della Guardia di Finanza e Mara Maionchi, notissima discografica hanno trattato il tema della legalità sul web, parlando del fenomeno dello scaricamento illegale di musica da Internet. Dall’incontro è emerso che molti giovani sono all’oscuro dell’illegalità del gesto e del danno che questo comportamento può provocare alle aziende che producono musica.

Dal dibattito è emersa l’importanza dell’esempio dei genitori, dell’educazione che viene impartita ai ragazzi e il rispetto verso il prossimo e la comunità insegnato. Educazione alla legalità nella vita, dunque, sembra influenzare il comportamento nel web. Cosa ne pensate?

Per leggere l’articolo completo cliccare qui.




Adolescenti e social network: linee guida per i genitori

Le nuove tecnologie oggi hanno un impatto immediato e decisivo sui rapporti umani, nel nostro tessuto sociale. Il web 2.0 è proprio questo: un “villaggio globale”, una Rete trasformata in un network sociale, un luogo di partecipazione e condivisione. Nei giovani adolescenti, di età compresa fra gli 11 e 14 anni, la difficoltà di crescere in un mondo complesso, in continua evoluzione, senza precisi punti di riferimento, si aggiunge ai bisogni e problemi tipici di questo delicato periodo della vita. I primi anni dell’adolescenza sono i più permeabili alle influenze di ogni tipo: pensiamo quindi all’azione dei mass-media, e all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, quali Internet, di cui i giovanissimi sono assidui fruitori. Lascia stupiti il dato che emerge da un indagine della Società Italiana di Pediatria su “Abitudini e stili di vita degli adolescenti”: nel 2010 per la prima volta Internet ha sorpassato la televisione!

I genitori sono pertanto sempre più preoccupati in quanto non riescono più a comunicare con dei figli che si chiudono nel loro piccolo mondo virtuale, a volte confondendolo con quello reale.
Ecco alcuni suggerimenti su come comportarsi con i propri figli e alcune linee guida utili su come confrontarsi con il mondo digitale:
 


In realtà non è che i social network siano pericolosi in sé, ma quello che è spesso scorretto e che può diventare pericoloso è l’uso che di questi strumenti viene fatto. Almeno nelle fase iniziali è opportuno che i ragazzi siano seguiti dai genitori, i quali dovranno vigilare che essi ne facciano un uso corretto.
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    Se bene utilizzati, questi nuovi strumenti di comunicazione hanno un potenziale straordinario, permettendo la comunicazione anche tra persone molto lontane fra loro. Se invece l’adolescente comincia a considerare il mondo virtuale di internet come una fuga da quello reale, allora sorgono i problemi e occorre intervenire, per evitare di compromettere la crescita e l’equilibrio psicologico della persona interessata.
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    Bisogna insegnare ai propri figli che, seppure stimolante e innovativo, il mondo della rete può celare tante insidie e che non bisogna fidarsi di persone che non si conoscono, proprio come nella vita di tutti i giorni. Evitare in maniera assoluta che i figli abbiano una forma di contatto con internet non è un modo per proteggerli né per responsabilizzarli. Di qui l’importanza di accompagnarli alla scoperta di questo mondo, mostrando loro anche i lati negativi.
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    Ma cosa si può fare se il ragazzo rifiuta la presenza del genitore accanto, se non vuole condividere con lui la sua navigazione in rete? Spesso, allora i genitori si sentono costretti a spiarlo, per capire quali sono le sue attività, e allora scatta il dilemma morale sul fatto che questa infrazione della privacy del proprio figlio sia lecita o meno.
    A questo proposito va detto che la privacy, dei figli ma di tutti in generale, è un diritto che va assolutamente rispettato. Per questo tutto quello che un genitore può fare è cercare di guadagnarsi la fiducia dei propri figli, senza dover necessariamente calarsi nel ruolo sbagliato dell’ ”amico”. E’ importante che i figli sentano che in qualsiasi momento potranno confidare ai genitori i propri dubbi e ricevere il loro appoggio, senza sentirsi giudicati.
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    Il conflitto tra genitori e figli adolescenti è qualcosa che non si può evitare, anzi si tratta di qualcosa di fisiologico che fa parte della normale crescita in quella particolare fase della vita. Il conflitto, però, se avviene in un contesto in cui vi è fiducia reciproca, può aiutare molto nella crescita.
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    Se un adolescente ha un sano equilibrio psicologico e vive una situazione serena in famiglia, difficilmente l’uso del social network potrà deviarlo. Egli userà questo strumento per comunicare con i suoi coetanei, ma non per questo perderà di vista le sue amicizie reali. Un ragazzo problematico, invece, potrà sostituire progressivamente il mondo delle amicizie reali, per lui magari non soddisfacente, con quello virtuale, in cui gli sembra di poterle gestire meglio. In realtà però, non si può per questo demonizzare il social network, perché simili problematiche sono state sempre parte della crescita adolescenziale. Quello che quindi i genitori devono vigilare è che vi siano dei campanelli di allarme che facciano presagire un disagio adolescenziale, come ad esempio introversione, mancanza di voglia di uscire, mancanza di amicizie, aggressività e irritabilità, disturbi del sonno e dell’alimentazione.
  • Il nuovo cervello dei nativi digitali: meno simbolico e più multitasking

    Generazioni a confronto: diversi in molte cose, a partire dal cervello. Lo dimostrano alcune ricerche condotte in Asia che mostrano che sta avendo luogo una sorta di evoluzione dell’umanità, diventata mentalmente più rapida e multitasking.

    E’ il professor di psicologia dello sviluppo alla Lumsa, il dottor Tonino Cantelmi, a disegnare l’identikit di “nativi digitali, immigrati digitali e generazione pre-digitale“. Il professore parla di comunicazione tecnoliquida per designare il nuovo scenario tra web e realtà in cui le persone si muovono, ragionano e comunicano nell’era postmoderna. Ed è proprio in questo scenario che i bambini di oggi sono cresciuti, sviluppando un cervello più percettivo e meno simbolico rispetto a quello dei loro genitori. I bambini sono, così, multitasking, in grado di distribuire l’attenzione su più dispositivi contemporaneamente. 

    Cambia così anche le modalità di apprendimento: tutto dev’essere veloce e divertente, interattivo, senza contemplare fatica e sudore.

    Una curiosità? I nativi digitali sembrano essere meno a rischio degli altri nel cadere nella trappola della tecnodipendenza.

    Tratto da La Stampa